Lui è l’uomo che ha scritto «L’affaire Moro»: un’incredibile testimonianza dei principi di giustizia. la pietà, non in senso cristiano, ma in quello umano e civile. 5 Vol. da condannato? Falso Che sto con Craxi, che faccio Nessuno dei leader DC che guidarono il partito dopo la sua morte volle raccogliere l'eredità di Moro nel rapporto con i leader comunisti[64]. A. Moro … La stessa moglie, sentita come testimone durante il processo, disse che in alcuni passaggi Moro faceva capire di trovarsi nella capitale[2]. Il falso comunicato numero 7, quello che indica il cadavare sul fondo del lago della Duchessa. Sempre su via Fani ma subito oltre l'incrocio con via Stresa, era appostata una terza Fiat 128 con al volante Barbara Balzerani, rivolta in senso opposto alle altre, cioè verso la prevista direzione di provenienza delle auto di Moro. Dinanzi alla Corte d'appello di Roma Valerio Morucci raccontò: «l'organizzazione era pronta per il 16 mattina, uno dei giorni in cui l'on. E’ un’operazione difficile questa di Sciascia se è vero che “…nell’affaire Moro si presentava la necessità di I verbali delle riunioni del gruppo politico tecnico operativo, presieduto dal presidente del Consiglio e dai capi Di tutte queste preoccupazioni, che 6. Stati Uniti, e nemmeno all’ala marxista estrema, più propensa alla lotta di classe che agli accordi politici. Incontro con il ministro dell'Interno Scotti e con il prefetto Parisi" (27 febbraio 1992 - 27 marzo 1992), Commissione stragi, X legislatura, Resoconto stenografico del Gruppo di lavoro sul caso Moro. La moglie suggerì di cercare in Via Gradoli, ma secondo la Questura non esisteva (non la trovarono sulle In virtù di questa statolatria si controllato dalle forze dell'ordine? Audizione on. La morte risaliva, secondo i risultati autoptici, tra le 9:00 e le 10:00 della mattina stessa[56], orario però incompatibile con la ricostruzione data dai brigatisti (per cui l'esecuzione sarebbe avvenuta tra le 7:00 e le 8:00). Le immagini della strage di via Fani e di Moro nella Se ne dovessimo trovare un precedente, bisognerebbe volgere lo sguardo a più di centocinquant’anni prima, alla «Storia della colonna infame» di Alessandro Manzoni. Dopo circa 400 metri, in corrispondenza dello stop all'incrocio con via Stresa, l'auto di Moretti si arrestò di colpo; le successive deposizioni dei brigatisti discordarono sul fatto che alla frenata fosse seguito o no un tamponamento da parte della Fiat 130 con a bordo Moro. Sciascia analizza anche gli scarti Con tono freddo chiese a Tritto, «adempiendo alle ultime volontà del presidente», di comunicare subito alla famiglia che il corpo di Aldo Moro si trovava nel bagagliaio di una Renault 4 rossa, «i primi numeri di targa sono N5...», in via Caetani[55]. Alle 8:45 i quattro componenti del nucleo armato brigatista incaricati di sparare, con indosso false uniformi del personale Alitalia[4] si disposero all'incrocio tra via Mario Fani e via Stresa, nascosti dietro le siepi del bar Olivetti, chiuso per lavori e situato dal lato opposto rispetto allo stop dell'incrocio stesso. 3. 19-33, citaz. paese cattolico: "Bayle credeva che una repubblica di buoni cristiani non potesse durare. VIII Legislatura Parlamento Italiano. In questo c'entra in qualche modo anche il "feroce l'autore, se anche subirono un intervento censorio da parte delle Br, non furono scritte sotto dettatura. L’Affaire Moro di Leonardo Sciascia, a c. di U. Vecellio, Quaderni Leonardo Sciascia, Edizioni la Vita Felice, 2002, pp. suoi assassini, con il loro rifiuto di trattare e di mantenere alta la bandiera dello "Stato". L’affaire è un libro fortemente paradigmatico di quel periodo della produzione sciasciana. Faccio anch’io L’affaire Moro. Ma almeno loro una parte di verità l’hanno detta ed è agli atti processuali. Aldo Moro nacque a Maglie, in provincia di Lecce, il 23 settembre 1916 e fu ucciso a Roma il 9 maggio 1978, circa due mesi dopo il sequestro del 16 marzo. nessuno avrebbe raccolto, indizi che qualcuno avrebbe sapientemente occultato. Decisero anche quattro assoluzioni e tre amnistie. Ibidem. LXXVII, Atti giudiziari 1a corte d’Assise di Roma interrogatori di imputati processo Moro e Moro-bis, udienza del 19 luglio 1982, Roma, Tipografia del Senato, 1993, pp. voleva morire per la rivoluzione ed è finito invece per morire con la rivoluzione. copioso scambio epistolare che ancora dopo venticinque anni non è da considerare sufficientemente Cristiana, e da via delle Botteghe Oscure, dove invece si trovava la sede nazionale del Partito Comunista. Aldo Moro, «il meno implicato di tutti» che per questa tragica correlazione degli eventi, pagherà il prezzo per, Sciascia riprende allora tutte le lettere note, che Moro scrisse dal "prigione del popolo" e che, sostiene. Delle circa ottanta lettere scritte da Moro nella prigione del popolo, solamente una trentina furono Leonardo Sciascia. La sua figura si distingue, anche, in occasione del rapimento di Moro, esponendo in un volumetto L'affaire Moro le sue riflessioni. Lettere in cui si ritrova lo stesso Moro politico, i suoi stessi valori caritatevoli che gli facevano chiedere al suo. Ecco che il Moro uomo si trasforma, in una sorta di "santificazione" fatta dai suoi stessi compagni, nel moro, "statista": "Moro non era stato, fino al 16 marzo, un 'grande statista'. La famiglia si chiude nel silenzio e chiede silenzio. Parlo innanzitutto del Partito Comunista, il quale, pur nella opportunità di affermare esigenze di fermezza, non può dimenticare che il mio drammatico prelevamento è avvenuto mentre si andava alla Camera per la consacrazione del Governo che m'ero tanto adoperato a costituire.», «Il papa ha fatto pochino: forse ne avrà scrupolo.», «Siamo ormai credo al momento conclusivo... Resta solo da riconoscere che tu avevi ragione... vorrei restasse ben chiara la piena responsabilità della DC con il suo assurdo e incredibile comportamento... si deve rifiutare eventuale medaglia... c'è in questo momento un'infinita tenerezza per voi... uniti nel mio ricordo vivere insieme... vorrei capire con i miei piccoli occhi mortali come ci si vedrà dopo. Le lettere spedite "non erano a lui ascrivibili". suffragata dalla bontà del metodo, consistente nell’interpretazione delle lettere inviate dal politico rapito dal cattolicesimo italiano", tanto che la storia del rapimento di Moro si trasforma anche in una farsa ipocrita da modo di essere degli italiani". - L’affaire Moro(1978) -Il Consiglio d’Egitto -Il contesto(1971) Poeta Neo-avangardia concezione marxista deputato -Labirintus (1956) «Ah, il mio sonno, ah?»-Triperuno(1964) Piangi Piangi - Erotopaegnia-Wirrwarr (1972) Poeta Ermetismo Vissuto quasi sempre nel paese Pieve di Soligo Tiene conto dell’insegnamento della psicoanalisi ha rappresentato di fatto il primo tentativo di pulizia intellettuale nell’universo oscuro e ombroso che circonda così svelato grazie a quelle frasi, a quei periodi mai sicuramente dettati dai suoi carcerieri, come invece molti cit. Mario Moretti constatò che gran parte delle loro aspettative non ebbe successo, aggiungendo che quell'esperienza si era esaurita ed era irripetibile[2][16]. analizzato frase per frase, con piglio investigativo e mediante l’uso della tecnica dubitativa. Moro, che era stato un maestro nel dire in un modo per far intendere in un altro, viene Sopra, il presidente Moro in una delle foto inviate dalle Br ai giornali Nei confronti dei brigatisti coinvolti direttamente nella vicenda furono emessi i seguenti giudizi: Erroneamente fu riportato dalla stampa che il luogo del ritrovamento era esattamente a metà strada fra le sedi dei due partiti. Lo stesso Moretti telefonò direttamente alla moglie di Moro il 30 aprile 1978 per premere sui vertici della DC al fine di accettare la trattativa[32]: la telefonata fu ovviamente registrata dalle forze dell'ordine. Alle 10:30 i tre maggiori sindacati italiani, CGIL, CISL e UIL, proclamarono uno sciopero generale dalle 11:00 a mezzanotte, mentre nelle fabbriche e negli uffici i lavoratori annunciarono scioperi spontanei, e migliaia di lavoratori andarono di loro iniziativa a presidiare le sedi dei partiti[2]. disconosciuti dagli altri attori della commedia perché perdono la maschera e si fanno uomini veri, così Aldo Il caso Moro La fuga dei brigatisti verso via Montalcini, Via Fani ore 9.02. E’ un dubbio non smettono di andare a braccetto. cosa comprende questo materiale, oltre agli eventi noti? suo luogo di prigionia. Alla domanda posta da Leonardo Sciascia a Cossiga durante una audizione in Commissione “Avete. certamente l’aver Moro favorito un governo con l’appoggio del Partito Comunista non risultò cosa gradita agli riteneva di essere nei paraggi della Città del Vaticano, o comunque a Roma. leggerle meglio, di dare credito alle parole di Moro. Su tutto questo Leonardo Sciascia ha scritto di getto il celebre e bellissimo pamphlet, L’affaire Moro, che ha il Ciò fu dovuto alla smobilitazione degli stessi servizi, alla rimozione dei migliori funzionari e ai facili permessi d'uscita concessi ai detenuti[45], e al fatto che nel Paese si era diffusa un'atmosfera di rassegnazione (se non di indulgenza) verso il terrorismo di sinistra[16], visto che nei processi gli autori di attentati ottenevano le attenuanti in quanto agivano «per motivi di particolare valore morale e sociale»[16], Prima Linea veniva considerata una semplice associazione sovversiva (anziché una banda armata)[16], mentre Magistratura democratica – o perlomeno l'ala romana[46] – nutriva ostilità verso lo Stato simpatizzando per i miti rivoluzionari[16]; al punto che il politologo Giorgio Galli affermò che il terrorismo era diventato «un fenomeno storico comprensibile (anche se non giustificabile) in una fase di trasformazione sociale ostacolata da una classe politica corrotta»[16]. (6) Il sequestro il 16 marzo 1978, 55 giorni di prigionia fra mancate trattative e appelli anche del Papa, il 9 maggio il ritrovamento del corpo di Aldo Moro Segue infatti a libri in qualche modo profetici come Il contesto, Todo Modo e A ciascuno il suo, in cui l’autore morale, etica e politica di un’intera classe dirigente, ma esattamente in ossequio al lettore. In sintesi, Moro proponeva un Governo monocolore democristiano sostenuto da una maggioranza parlamentare della quale facessero parte i comunisti sulla base di un chiaro accordo programmatico, nel quale, fra l’altro, veniva confermata la politica estera atlantica e l’adesione dell’Italia al … Questa tensione verso la verità pare tramutarsi in un Moro, come ogni mattina, uscì dalla sua abitazione in via del Forte Trionfale 79 poco prima delle 9:00 e salì sulla Fiat 130 blu di rappresentanza alla cui guida vi era l'appuntato dei carabinieri Domenico Ricci e, seduto accanto a questi, il maresciallo dei Carabinieri Oreste Leonardi, capo scorta, considerato la guardia del corpo più fidata del presidente. Democrazia Cristiana, un partito che mirava a lisciare il pelo all'italiano medio. Non potevo subito. Due giorni dopo, mentre in San Lorenzo al Verano si celebravano i funerali degli uomini della scorta, venne fatto ritrovare il primo dei nove comunicati che le BR inviarono durante i 55 giorni del sequestro[2]: «Giovedì 16 marzo, un nucleo armato delle Brigate rosse ha catturato e rinchiuso in un carcere del popolo Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana. parole del presidente e di quelle del partito e degli uomini delle istituzioni. consegnate e dunque rese pubbliche dai suoi carcerieri. Le Acli e l’affaire Moro. delle BR, della loro efficienza e sicurezza nei movimenti. seguire il percorso di un'intelligenza acuta che si applica a una materia, intricata per la sua stessa attualità. I nomi di coloro che hanno dato la propria vita per lo Stato sono scritti nella storia del nostro paese e nella Le Brigate Rosse proposero, attraverso il comunicato n. 8, di scambiare la vita di Moro con la libertà di alcuni terroristi in quel momento in carcere, il cosiddetto «fronte delle carceri», accettando persino di scambiare Moro con un solo brigatista incarcerato, anche se non di spicco, pur di poter aprire trattative alla pari con lo Stato[32]. Moro suscitò, come del resto aveva già previsto Sciascia, un’ondata di incomprensioni e di polemiche, e inutilmente in moto. Un altro esempio riportato da Sciascia è contenuto nel più volte citato brano in cui lo Il corpo di Moro, quando è stato estratto dagli artificieri, era ripiegato e irrigidito. Moro si tramuta nell’ “uomo solo” che lotta contro lo Stato, che lo disconosce e non lo vuole salvare, e contro E Cossiga che non ha saputo immaginare nessuna difesa? Detto per inciso, è giusto ricordare che Leonardo Sciascia, come parlamentare del Partito Radicale, fu Indicazioni per il corso Il caso Moro Il testo base su cui si è fondato il corso è: Leonardo Sciascia, L’affaire Moro, Adelphi Cui si aggiunge la lettura delle lettere di Moro comprese in: Aldo Moro, Ultimi scritti, Piemme (esiste una edizione economica recente); escluso il “Memoriale”. L'agguato e il rapimento furono rivendicati alle ore 10:10 con una telefonata di Valerio Morucci all'agenzia ANSA, che dettava il seguente messaggio: «Questa mattina abbiamo sequestrato il presidente della Democrazia cristiana Moro ed eliminato la sua guardia del corpo, teste di cuoio di Cossiga. Emerge così la certezza che un partito che non aveva mai avuto il concetto di stato improvvisamente trovò Alcune testimonianze hanno affermato che la macchina era stata portata in via Michelangelo Caetani nelle prime ore del mattino, tra le 7:00 e le 8:00 e abbandonata fino a quando gli assassini ritennero opportuno avvertire. Uno spaccato noir della Roma degli anni di piombo, Mani pulite. rivede i capitoli sospetti e scopre un’altra soluzione, la vera”. totale ribaltamento dell'identità del politico, come se a scriverle fosse stato un uomo non più in possesso 1963, Moro viene al Congresso subito dopo che il suo primo governo organico di centrosinistra ha prestato giuramento. Il tragico epilogo con cui si concluse il sequestro Moro anticipò comunque una presa di posizione definitiva da parte del mondo politico. pagina agghiacciante nella storia d'Italia..". Scritto a caldo nel 1978, questo libro non ha che guadagnato con gli anni. E più, sicure, s'intende, per i peggiori. continua ad avere) ben poco. sostanziarono affatto in una “scrittura sotto dettatura”, come molti hanno tentato di affermare, quanto 1 Ieri sera, uscendo per una passeggiata, ho visto nella crepa di un muro una lucciola. pienamente rispettata dalle autorità di Stato e di partito la precisa volontà di Aldo Moro. Furono arrestati Enrico Triaca, un tipografo che s'era messo a disposizione di Mario Moretti, poi Valerio Morucci e Adriana Faranda[16]. Bettino Craxi poteva aver “intuito” giustamente la dicotomia o meglio la spaccatura che si stava inserendo