Nel 1602 venne attribuito all'immagine il miracolo di aver guarito un bambino di nome Agostino, in seguito al voto fatto dalla madre. La Croce di Sarzana, firmata Maestro Guglielmo, concattedrale di Santa Maria Assunta, Sarzana ; Il Crocifisso di San Damiano, basilica di Santa Chiara, Assisi (XII secolo) Il Crocifisso del Maestro bizantino di Pisa, Museo nazionale di San Matteo, Pisa (1210 circa) Il Crocifisso di Giunta Pisano, basilica di San Domenico, Bologna (1250-1254) La tradizione popolare riporta altri miracoli attribuiti all'immagine sacra. di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale, 2015. Per quanto riguarda la tecnica, la croceè composta da assi di legno di qualità diversa unite insieme. L’opera di Sarzana, considerata la più antica, appartiene al tipo iconografico del Christus triumphans e proviene dalla Lunigiana, regione dell’entroterra toscano-ligure e si trova attualmente nella cattedrale di Sarzana a La Spezia. 181) - La base del crocifisso sembra come conficcata in un tumulo di terra. Mariagiulia Burresi, Lorenzo Carletti, Cristiano Giacometti. La figura di Gesù appeso sulla croce comparve per la prima volta nel V secolo, ai tempi di papa Sisto III, sulla porta lignea della Chiesa di Santa Sabina a Roma, affermandosi rapidamente sia nelle pitture murali d’Occidente sia in area bizantina. Il Crocifisso di San Domenico ad Arezzo una croce sagomata e dipinta a tempera e oro su tavola di Cimabue, databile attorno al 1268-1271 circa e conservata nella chiesa di San Domenico di Arezzo. Guglielmo D'Ockham (2) Appunto di filosofia mediaevale che, in maniera breve, descrive gli aspetti principali della vita e delle delle opere di Guglielmo D'Ockham. Il committente, potrebbe essere identificato con un certo Guglielmo Francesco, figlio di Alberto Rufo e legato allo sviluppo economico della città, oppure con un membro della famiglia Villano. Dopo la cerimonia nella quale il dipinto venne spostato, tuttavia, la cappella fu conosciuta come "cappella del Crocifisso" e nel, In un intervento del vescovo del 21 gennaio, Il codice manoscritto “il Sacrista istruito” dato fra il, Pietro Toesca, Storia dell'Arte Italiana, Volume I, il Medioevo, Torino 1913-27, pag. Nella raffigurazione dell'Ascensione è raffigurata come orante. Le prime trasformazioni iconografiche si videro con Giunta Pisano fino ad arrivare alle proposte di Cimabue e Giotto. Autore Anonimo. Data la devozione dei fedeli l'immagine dovette essere collocata in un luogo più adeguato: nello stesso anno del miracolo fu spostata, su proposta dei canonici della cattedrale, nella cappella dedicata a san Giovanni Battista, della famiglia Cattanei. Nella croce dipinta e sagomata compare, al centro: 1. Dal 1982 un copia fedele della croce di Mastro Guglielmo si trova sull'altare maggiore della Abbazia di Heiligenkreuz in Austria. Titolo attribuito Maestro Guglielmo - sec. L'altare venne consacrato nel 1607[4]. Una grande aureola circolare incornicia la testa di Gesù morente. Sopra il capo del Cristo è presente la data e la firma dell’autore, mentre nella cimasa è raffigurata l’ascensione. Ippolito Landinelli (fedelmente copiato dal M. Gio Vincenzo de Grossi patrizio sarzanese). La traversa è in legno di noce, mentre il montante è di pioppo. Cross Mastro Guglielmo. una folta barba copre il viso mentre i capelli ricadono in ciocche ondulate sulle spalle. Giotto (pag. L'immagine ha in questo periodo una funzione didascalica, come una sorta di “Bibbia per i poveri”, che non potevano leggere. Guida d’Italia, Liguria, 7° ed., Milano, Touring Club Italiano, 2009, James Hall, Dizionario dei soggetti e dei simboli nell’arte, Milano, Longanesi, 1983, La Pittura a Genova e in Liguria: Dagli inizi al Cinquecento, Genova, Sagep, 1987, Pinxit Guillielmus Il restauro della Croce di Sarzana, a cura di M. Ciatti, C. Frosinini, R. Bellucci,  Firenze, Edifir Edizioni Firenze, 2001, Scrittura epigrafica e scrittura libraria: fra Oriente e Occidente, a cura di Marilena Maniaci e Pasquale Orsini, Dip. Tutta l’opera è corredata da iscrizioni che evidenziano la connessione tra opera dipinta e testimonianza scritta nel periodo medievale. Anche la presenza delle Marie non solo nelle scene, ma anche tra i dolenti, può avvalorare l’ipotesi della provenienza di croci dipinte da chiese monastiche di ordini religiosi femminili. Categoria: Medioevo. Da lì passò nella cattedrale di Santa Maria Assunta, collocata sopra la porta della sacrestia. In origine c'era un aggancio metallico per sorreggere la croce mediante un tirante. La croce dipinta risalente al 1138 è stata realizzata dal Maestro Guglielmo e la si può ammirare ancora oggi all’interno del Duomo di Sarzana nella provincia di La Spezia (Liguria). Sono un assoluto neofita della rete e mi sono trovato casualmente catapultato in questo mondo a me semi sconosciuto. La figura del Cristo, in posizione frontale con la testa eretta al centro di un nimbo gemmato si staglia sullo sfondo della croce, come se fosse un trono. L'opera venne forse realizzata per l'antica cattedrale di Luni, oppure fu commissionata per la chiesa di Sant'Andrea di Sarzana; ipoteticamente poteva essere collocata sull'Iconostasi che separava la navata dal presbiterio o zona riservata al clero. La pittura venne realizzata su un supporto in legno di castagno, essenza legnosa tipica delle opere del XII e inizio XIII secolo. La contemplazione delle sofferenze di Cristo si tradusse nella sua esibizione all’interno delle chiese, in modo che la croce, posta sopra l’altare, potesse sollecitare i fedeli nella meditazione sulla morte e resurrezione di Gesù Cristo. Autore opera fotografata Maestro Guglielmo. E’ il primo e più alto esempio della storia di pittura su legno che rappresenta il Cristo, realizzato da Mastro Guglielmo nel tredicesimo secolo. Jump to navigation Jump to search. The croce di Sarzana, also called the Croce di Mastro Guglielmo, is closely linked to a group of Lucchese crosses and Lucchese had to be (by training, if not by birth) its author, who proudly declares to be the author of the metra ( neutral plural of metron; it is a Greekism) that accompany the episodes depicted on the board and inspired by the Passion. Jesu Christi levavit de cruce, cum multis aliis imaginibus, ita quod redditur valide ornatum“[3]. Bonaventura de Rossi (fedelmente copiato dal M. Gio Vincenzo de Grossi patrizio sarzanese). In… Il torace è magr… Anche nei terminali dei bracci sono inseriti dei cartigli sorretti dai profeti Isaia e Geremia e le scritte servono ad individuare scene e personaggi. Nelle Storie della Passione sono presenti gli episodi: L'autore è conosciuto solo grazie a questo dipinto, ma già Garrison (1949) lo aveva messo in relazione ad alcune miniature del Passionario P della Biblioteca Arcivescovile di Lucca. All'estremità inferiore del braccio destro è rappresentato il profeta Isaia che tiene tra le mani un cartiglio con un testo tratto dal canto del servo di Jawè[8] che si riferisce all'agnello sacrificale, figura che negli Atti degli Apostoli[9] il diacono Filippo attribuì a Gesù: il passo viene impiegato nella liturgia della Settimana Santa. Si tratta del più antico esempio di croce dipinta datato. All'autore è stato attribuito il nome convenzionale di "Mastro Guglielmo", che in una scritta si dichiara l'autore del distico ("metra"): sul capo della croce troviamo infatti scritto ANNO MILLENO CENTENO / TER QUOQ(ue) DENO / OCTAVO PIN/X(it) / GUILLEM ET H(aec) METRA FINX(it). Croce di Mastro Guglielmo La Croce di Mastro Guglielmo o Croce di Sarzana è una croce dipinta, datata epigraficamente al 1138 e conservato nella concattedrale di Santa Maria Assunta di … Una importante testimonianza di ciò ci viene dalla famosa “Croce n. 432” di un maestro anonimo toscano oggi visibile alla Galleria degli Uffizi a Firenze. All'estremità del braccio sinistro della Croce è dipinto il volto del profeta Geremia, con un cartiglio che riporta un testo del libro delle Lamentazioni[7], che allude alla prigionia del re Sedecia presso i Caldei, profezia di Gesù Cristo preso ed ucciso dai peccatori. Gesù Cristo crocifisso con gli occhi aperti, il volto sereno, il corpo senza spasimi e i piedi inchiodati separatamente alla pedana: questo tipo di iconografia, con Gesù vivo e vittorioso sulla morte, viene detta Christus triumphans (in italiano, Cristo trionfante). Nello spazio tra la cimasa ed il nimbo di Cristo, è riportato il titulus crucis in latino: Iesus Nazarenus Rex Iudeorum. La celebrazione della messa avvenne per un certo periodo tutte le mattine di fronte al dipinto[5]. Si tratta del più antico esempio di croce dipinta datato . La Croce di Mastro Guglielmo o Croce di Sarzana è una croce dipinta, datata epigraficamente al 1138 e conservato nella concattedrale di Santa Maria Assunta di Sarzana in provincia della Spezia. Alla destra del tabellone è presente san Giovanni e una delle Marie, a sinistra la Vergine con un’altra Maria. Sulla croce è rappresentato il Cristo crocifisso, accompagnato dai Dolenti e da riquadri di varia dimensione con Storie della Passione. Al centro sta l’immagine del Cristo con gli occhi aperti, il Cristo vittorioso della morte: la sua umanità è raffigurata nei tratti di un corpo crocifisso (nell’immagine la croce di maestro Guglielmo … Cristo è dipinto come vivo sulla Croce con i cinque segni della Passione, senza la corona di spine ma con il nimbo gemmato. La Croce di Mastro Guglielmo o Croce di Sarzana è una croce dipinta, datata epigraficamente al 1138 e conservato nella concattedrale di Santa Maria Assunta di Sarzana in provincia della Spezia. Fu realizzata nel 1138. Pietro Toesca ha proposto[11] di confrontare il dipinto con il Trittico del Redentore di Tivoli, appartenente all'arte benedettina del XII secolo, mentre Luigi Coletti ha avvicinato l'opera ad altre croci dipinte nella zona di Pisa, dove si ritrovano le storie della Passione di Cristo sul fondo del tabellone, e di Lucca, dove le croci conservate nelle chiese di San Michele, dei Servi e di Santa Giulia presentano il motivo iconografico dei simboli evangelici ai capicroce laterali. La pittura, realizzata con tempera all'uovo, non è stata stesa dir… Alcuni elementi del ciclo pittorico riprendono particolari dei testi dell'ufficio liturgico bizantino: il ruolo attivo come mediatrice di Maria, il rilievo dato alla figura di Giuda e a quelle di Nicodemo e di Giuseppe di Arimatea, la raffigurazione della morte di Cristo con l'immagine dell'agnello ricavata dal testo di Isaia, la presenza delle donne al sepolcro. Ricomparve alcuni anni dopo nel vicino oratorio di Santa Croce. Il 24 settembre 1666, il frate cappuccino Guglielmo da Pieve di Teco curò la pubblicazione della Messa in latino in onore del Preziosissimo Sangue. Alla liturgia ufficiale si affiancò la pietà popolare: venne creata una confraternita dedicata al Santissimo Crocifisso che aveva cura della cappella e propagava la devozione verso l'immagine sacra. 934, La devozione al Sangue di Cristo nella diocesi di Luni-Sarzana, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Croce_di_Mastro_Guglielmo&oldid=117583256, Errori del modulo citazione - citazioni che usano parametri non supportati, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo, E. Garrison, Romanesque Panel Paintings, Florence 1949, pp. Il Crocifisso di Mastro Guglielmo, esempio di Christus Triumphans, è una delle massime espressioni della pittura duecentesca. La Croce fu dipinta in un periodo nel quale l'iconografia sia orientale, sia occidentale aveva il compito di trasmettere contenuti di fede e spiritualità. L’opera riprende i modelli iconografici orientali e i colori delle vesti hanno tutti una valenza simbolica profonda. La figura originale è in parte leggibile grazie alla radiografia e alla riflettografia effettuate sul dipinto all'epoca del suo ultimo restauro (Opificio delle Pietre Dure, 2001). Attorniata da due angeli e dagli apostoli sotto il Cristo, in modo analogo ad un affresco del monastero di Bawit in Egitto, datato al VI secolo. 2nd bell: Il Crocifisso, cast in 1572 by Vincenzo Possenti, weight 2,462 kg (5,428 lb) it; en Motivazione dell'attribuzione n.r. XII - Mano di Cristo crocifisso, simboli di san Matteo e san Marco, Isaia. vai al contenuto della pagina vai al menu di navigazione. Sopra la rappresentazione dei simboli evangelici dell'aquila e del bue. In realtà non esistono prove di una simile collocazione e il dettaglio miniaturistico delle scene della Passione dipinte ai lati del corpo del Cristo crocifisso, oltre alle iscrizioni che descrivevano le scene (oggi quasi completamente illeggibili) porterebbe a pensare ad una collocazione che permettesse la fruizione ravvicinata di questi particolari: fruizione non necessariamente destinata ai fedeli, ma più probabilmente al clero che recitava le funzioni. Si tratta del più antico esempio di croce dipinta datato. La Croce di Mastro Guglielmo o Croce di Sarzana è una croce dipinta, datata epigraficamente al 1138 e conservato nella concattedrale di Santa Maria Assunta di Sarzana in provincia della Spezia. Un'iscrizione soprastante la figura del Cristo riporta la data di esecuzione, 1138, e il nome del pittore, un maestro Guglielmo non altrimenti noto, ma appartenente alla scuola lucchese. Il perizoma gli avvolge i fianchi in modo elegante ed è fermato da una cintura dorata, riferimento allo status regale. Nessun voto finora! Una nuova forma di rappresentazione che si viene a creare  è proprio il crocifisso. V) e che troviamo anche su un dittico in avorio del British museum. [14] Il primo modello sottolineava la natura divina di Cristo, il secondo la natura umana, la sua parte vulnerabile e più debole. La figura del Cristo è raffigurata come trionfante (Christus Triumphans), la … L’opera è uno dei capisaldi della pittura romanica italiana e, come riporta l’iscrizione sopra la testa del Crocifisso, fu realizzata da Mastro Guglielmo nel 1138. Il Crocifisso di Santa Croce nel percorso del Maestro di Figline, in Città di Vita, LXXI, 2, 2016, pp. Il volto è esanime, gli occhi sono chiusi e alla radice del naso, sulla fronte, si forma una ruga di dolore. Si deve probabilmente alla grande devozione mariana di Bernardo da Chiaravalle (1090-1153) la presenza assidua di Maria al cospetto di suo figlio, a cui il santo attribuiva enorme importanza nell’opera della redenzione. Il corpo è arcuato verso sinistra e le braccia sono completamente distese e formano una linea retta. Gli ordini mendicanti ebbero un ruolo importantissimo nella diffusione di quest’ultime che si diffusero nel corso del XIII- XIV secolo, utilizzando  il crocifisso come principale fuoco prospettico e liturgico delle proprie Chiese. Discussione:Croce di Mastro Guglielmo. Per quanto riguarda le iscrizioni presenti nella croce dipinta, attraverso lo studio delle varianti morfologiche e i rapporti dimensionali delle lettere, recenti approfondimenti,  hanno evidenziato come la croce di Sarzana si colloca in uno dei periodi decisivi nella storia della scrittura latina, nel momento di passaggio da uno stato grafico antico ad uno moderno. Iscriviti alla nostra newsletter per rimanere sempre aggiornato sulle novità di tutto il mondo Storiarte: Dichiaro di aver letto e accettato che i miei dati siano raccolti e trattati da Progetto Storia dell'Arte per i fini dichiarati, secondo l’informativa dell'articolo 13 del Regolamento UE 679/2016 (“GDPR”) - Privacy policy - Cookie policy, © 2020 Progetto – Storia dell’ Arte – Tutti i diritti riservati –. Il volto è sereno, gli occhi grandi sono aperti a significare Gesù vittorioso sulla morte. All'autore è stato attribuito il nome convenzionale di "Mastro Guglielmo", poiché epigraficamente, sotto il titulus crucis, con questo nome si firma e si dichiara autore del distico ("metra"): ANNO MILLENO CENTENO / TER QUOQ(ue) DENO / OCTAVO PIN/X(it) / GUILLEM ET H(aec) METRA FINX(it). Categoria: Medioevo. Ho letto con attenzione la voce dedicata alla Croce di Mastro Guglielmo. Crocifisso di Maestro Guglielmo Fonti: www.sarzana.org www.cattedraledisarzana.it libro di testo Lettura dell’opera Analisi storico-critica L'opera venne commissionata da Guglielo Francesco per la chiesa di Sant'Andrea di Sarzana, nel 1038. Mastro Guglielmo - Crocifisso. 163–180. Questo elementi si distacca dello stile bizantino e appare invece più naturalistico. Il dipinto colloca il Cristo vivente, e non morto, secondo l'iconografia del Crocifisso trionfante, nel contesto delle scene pittoriche che lo circondano e gli danno un particolare significato. AUTORE DELLA FOTOGRAFIA. maggio 2020. Ad oggi altre opere si contendono il primato tuttavia è con questo crocifisso che si da avvio alla pittura su tavola. Cristo è crocifisso sulla croce sagomata. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 28 dic 2020 alle 12:59. La Croce di Mastro Guglielmo o Croce di Sarzana è una croce dipinta, datata epigraficamente al 1138 e conservato nella concattedrale di Santa Maria Assunta di Sarzana in provincia della Spezia. 1. A partire dalla metà del Duecento, con l’affermarsi degli ordini mendicanti, in tutta Europa prevalse ben presto il modello del Christus patiens. Non si conosce nulla di questo artista se non che ci ha tramandato un’opera che è diventata il prototipo delle prime croci dipinte in Toscana. I chiodi sono infissi nel palmo della mano e dalle ferite fuoriescono dei rivoli di sangue. Mastro Guglielmo - Crocifisso For many years, the design was attributed to Guglielmo and Bonanno Pisano, a well-known 12th-century resident artist of Pisa, known for his bronze casting, particularly in the Pisa Duomo. La figura del Cristo è raffigurata come trionfante (Christus triumphans), un'iconografia derivante da avori di epoca carolingia, tipica dell'ambiente della Riforma gregoriana, che si ripresenta nelle altre croci dipinte di area centro-italiana: Lucca, Pisa, Firenze, Arezzo, Spoleto e forse Roma. La croce dipinta, generalmente formata da più tavole di legno unite, è caratterizzata da una struttura di notevole complessità: Nel XIII secolo, nei crocifissi, convissero due modelli iconografici, il Christus triumphans e il Christus patiens. Crocifisso di Santa Maria Novella. La croce di Maestro Guglielmo è a sua volta il prodotto di un'evoluzione stilistica che probabilmente ha ancora il significativo precedente nel Cristo con il cinturone, scolpito sulla porta di Santa Sabina (ca 430, sec. Croce di sarzana 00.jpg 280 × 385; 26 KB Puoi ascoltare il mio podcast su: Apple Podcasts | Android | Google Podcasts | Spotify | Cos'è? Il pittore fissa nell'immagine il mistero che la liturgia ha presentato nei momenti profetici e storici, lo dota di sentimenti e lo annuncia. Mastro Guglielmo - Crocifisso. Dalla seconda metà del XVIII secolo la devozione al Crocifisso si legò a tre reliquie della Passione che si trovano nella concattedrale di Sarzana: la reliquia della Santa Croce, quella del Preziosissimo Sangue di Gesù ed alla Santa Vergine del Coro[6]. L’iscrizione maggiormente evidente rimane comunque quella sopra l’aureola di Cristo: il Titulis Crucis, realizzato in oro su sfondo rosso e la firma del maestro che  denota consapevolezza della propria autorialità e unicità nella produzione artistica. Mastro Guglielmo - Crocifisso . Ne deriva che questa icona esprime una religiosità legata alla celebrazione del mistero liturgico della Pasqua della Chiesa[13]. Croce di Mastro Guglielmo. Non si conosce nulla di questo artista se non che ci ha tramandato un’opera che è diventata il prototipo delle prime croci dipinte in Toscana. La figura del Cristo è raffigurata come trionfante (Christus triumphans), un'iconografia derivante da avori di epoca carolingia, che si ripresenta nei primi e… Christus Triumphans di Maestro Guglielmo Sulla croce è rappresentato il Cristo crocifisso, accompagnato dai Dolenti e da riquadri di varia dimensione con Storie della Passione. Le croci potevano essere dipinte direttamente sul supporto ligneo oppure su pergamena o cuoio che in seguito venivano applicati sul legno sagomato a forma di croce. Il modello più antico rimane dunque il Christus triunphans, un Cristo vivo, con gli occhi aperti senza espressioni, trionfante sulla morte che allude alla resurrezione; un Cristo divino. Nel tabellone, completano la scena immagini della Passione. Nella liturgia il testo delle Lamentazioni era impiegato il venerdì e sabato santo. Il linguaggio pittorico del primo Medioevo in Liguria è legato a quello toscano, come dimostra l’opera di Mastro Guglielmo conservata dal 1678 nella cattedrale di  santa Maria Assunta a Sarzana e proveniente dall’antica cattedrale di Luni. Sopra la rappresentazione dei simboli evangelici dell'angelo e del leone. Caleca, poi (1994) ipotizza convincentemente un parallelo con alcuni affreschi frammentari nella navata della chiesa di San Frediano a Lucca. Maria è raffigurata con il mantello (mophorion) con preziosa bordatura e ornato di tre stelle. Sii il primo a votare questo post. Si tratta del più antico esempio di croce dipinta datato[1]. Nei capicroce laterali, alla sommità delle scene della passione dipinte nella parte inferiore della tavola, sono presenti numerose citazioni bibliche. Il Crocifisso di Mastro Guglielmo, esempio di Christus Triumphans, è una delle massime espressioni della pittura duecentesca . Fra gli strati preparatori, poi, si individuano, secondo la tradizione tecnica più consolidata, una tela ingessata, alcune strisce di pergamena per le zone di maggiore fragilità strutturale, e una stesura molto compatta e perfettamente finita di gesso e colla. Venne rispettato però, pur nell'aggiornamento stilistico, la fisionomia, segno di una considerazione già devozionalmente orientata dell'originale. Nel 1470 la pieve di Sant'Andrea fu Entrambi i soggetti intercedono presso il fedele indicandoci il Cristo mentre commossi e addolorati si asciugano le lacrime con un panno bianco. La devozione al Sangue, radicata anche grazie ad una reliquia in buono stato di conservazione, fin dalla prima metà del XIII secolo fu accompagnata dalla tradizione orale di una relatio, di un evento che facesse rivivere una relazione fra il Santo Volto, il Sangue e S. Nicodemo, al tempo del vescovo locale Guglielmo. Fu in Toscana che, a partire dal XII secolo, si diffuse l’uso di far pendere nelle chiese, sull’altare del presbiterio, una croce di legno dipinta, che permetteva ai fedeli di stabilire un … File nella categoria "Painted crucifix by Master Guglielmo (Sarzana)" Questa categoria contiene 12 file, indicati di seguito, su un totale di 12. Specifiche del titolo del catalogatore. Il rosso della veste della Madonna indica la divinità, mentre il manto blu, nella tradizione bizantina -il maphorion- indica la natura umana costellato di tre stelle ad alludere alla verginità di Maria prima, durante, e dopo il parto. Per lungo tempo si è ritenuto che il monumentale Crocifisso di Sarzana (297 x 214 cm), firmato e datato da Maestro Guglielmo nel 1138, fosse il più antico dipinto su tavola in Italia. 165–167, Anna Rosa Calderoni Masetti, Il passionario P della Biblioteca Capitolare di Lucca e le croci dipinte toscane del XII secolo, in "Quaderni della ricerca scientifica" : 1. Nei capicroci o terminali laterali, insieme ai simboli degli Evangelisti, sono rappresentati i profeti Geremia a destra e Isaia a sinistra. Sulla croce è rappresentato il Cristo crocifisso, accompagnato da Storie della Passione. Congresso Nazionale di storia dell'arte (Roma, 11 - 14 sett. In epoca romanica la pittura in Italia presenta ancora elementi di continuità con l’arte greco-bizantina, ma poi inizia a cambiare i contenuti e le finalità rappresentative. 191-206 ; Guglielmo vuolo apre a napoli. La croce di Sarzana si contraddistingue per la presenza costante della Vergine, in quanto si ripete in scene nelle quali non ne è attestata la presenza nei Vangeli. Dodici anni dopo, nel 1584, durante la sua visita apostolica monsignor Angelo Peruzzi la vide esposta sull'altare della Purificazione della Beata Vergine Maria ed affermò che detto altare “habet iconam cum imagine Crucifixi, in actu quo Nicodemus corpus D.N. La Croce viene oggi conservata nella Cattedrale di Sarzana (La Spezia), ma non se ne conosce l'originaria collocazione. Archivio vescovile Lunense, Visita Apostolica di G. Battista Bracelli, foglio 42 tratta da W.G.Van Ketel, Archivio vescovile Lunense, Visita Apostolica di Monsignor Angelo Peruzzi, parte I, carta 26 recto e verso tratto da, Secondo i patti la cappella doveva essere quindi abbellita a cura dei canonici e se ne doveva conservare il nome; una targa marmorea doveva ricordare l'accordo. Nelle scene raffigurate Maria appare come hodigitria, colei che mostra la via: la sua mano destra indica sempre la figura del Cristo. Non era importante che gli spettatori cogliessero il significato dei fatti rappresentati, ma che questi richiamassero alla memoria il dato di fede espresso, anche per la forte analogia fra immagine e gesto liturgico. Il Crocifisso di Mastro Guglielmo, esempio di Christus Triumphans, è una delle massime espressioni della pittura duecentesca. Gesù Cristo crocifisso (Maestro Guglielmo), i versetti della Bibbia che contengono questa parola o frase Mastro Guglielmo - Crocifisso. L’opera è uno dei capisaldi della pittura romanica italiana e, come riporta l’iscrizione sopra la testa del Crocifisso, fu realizzata da Mastro Guglielmo nel 1138. Restauro Amalfi Crocifisso. Il suo stile permette di attribuirgli un'origine lucchese e una formazione artistica che si avvalse anche di rapporti esterni alla regione. La figura del Cristo, secondo il Torriti, "presenta una dilatata grandiosità, una possente ricerca vitale e una libertà di movimento che sembra ormai sciogliere le rigide forme orientali."[12]. L'Altomedioevo", Electa, Milano 1994, pp. La croce di Guglielmo conservata nella Cattedrale di Sarzana è un'opera fondamentale per la storia dell'arte. Note particolare. Nel 1470 la pieve di Sant'Andrea fu sottoposta a lavori di ristrutturazione e la Croce di Guglielmo venne trasferita in un luogo imprecisato. 1978), 106, 1980, p. 501-514, A. Caleca, La pittura Medievale in Toscana, in "La pittura in Italia. Al seguito della morte di Cristo, Marta, Maria Maddalena e Lazzaro furono gettati in mare insieme a Maria Salomone e Maria di Cleofa e miracolosamente trasportati sulle coste francesi, presso Marsiglia; la leggenda si è poi intrecciata con quella del sacro Graal. Dopo l'esecuzione, presumibilmente all'inizio del XIV secolo, la figura del Cristo (ad eccezione del ricco perizoma) venne ridipinta. Gesù è all’interno della mandorla di luce che ne sottolinea la potenza e la divinità e la sconfitta sulla morte davanti alla Madonna che protrae le braccia in segno di orazione. Dall’altra parte è anche possibile  seguire la diffusione nell’area tosco-ligure delle leggende provenzali riferite alle pie donne. Anonimo Maestro Toscano, Croce n. 432, 1190-1210 circa, tempera su tavola, Firenze, Galleria degli Uffizi. Lì la trovò durante la visita pastorale del 1572 il vescovo Giovanni Battista Bracelli che afferma “invenit iconam seu potius aliquas figuras Crucifixi, Beatae Mariae, Nicodemi et aliorum sanctorum vetustissimas et minime condecentes“[2].