"Mi vennero a chiamare a casa", ci ha raccontato il commendator Marco Calura, uno dei tre fascisti che Ghisellini aveva nominato suoi vice federali. Contatti Servizi funerari (telefono, e-mail, orari di uffici e cimiteri ed altri riferimenti utili) La notizia, naturalmente, giunse alla Federazione fascista, sollevando reazioni contrastanti. È noto cosa accadde allorché i delegati fascisti al primo congresso del PFR, radunati a Castelvecchio, seppero dell'attentato. Nelle prime ore del mattino del 14 novembre 1943, in un fossato presso Castel d'Argile, al confine tra la provincia di Ferrara e quella di Bologna, venne rinvenuto il cadavere del maggiore Igino Ghisellini che, dopo l'8 settembre, aveva assunto il comando del fascismo repubblicano ferrarese. "Vi scortiamo fino alla piazza", fu la risposta "poi vi lasceremo liberi". apparteneva a una nota famiglia di possidenti fascisti: il padre Giuseppe Cossetto era un dirigente locale del Partito Nazionale Fascista ricoprendo a lungo l'incarico di segretario politico del Fascio locale e di commissario governativo delle Casse Rurali. L'uccisione di Ghisellini e la rappresaglia che ne seguì segnarono praticamente l'inizio di quella spaventosa pagina di storia che è la guerra civile italiana. Quattro volte al giorno, con puntuale regolarità, usciva o rientrava nella sua abitazione. "Il rumore dei passi di molte persone che si avviavano verso la piazza mise in allarme il custode di una banca che ha la sua sede in Corso Roma, quasi di fronte al luogo dove avvenne l'eccidio. Si disse poi, ma non abbiamo elementi sicuri al riguardo, per quanto la cosa in quel momento e in quel clima rovente appaia tuttaltro che inverosimile, che, giunto il camion sulle rive del Po, il cadavere sia stato gettato fra le onde e fatto bersaglio ai tiri di coloro che erano sulla sponda del fiume. Le "Volpi Argentate" e gli altri reparti dove trovavano impiego le reclute Secondo il decreto firmato da Mussolini, i compiti delle ausiliarie (che dovevano essere italiane, ariane, di età fra i 18 ed i 45 anni) erano modesti: pulitrici e cuciniere, dattilografe, infermiere, telefoniste. Tale personaggio assicurava loro una rapida fine del conflitto grazie agli alleati che stavano risalendo la penisola, e paventava la prossima chiamata alle armi di 3 classi come una deportazione in Germania ed un inutile rischio di farsi massacrare. (18) cc. Le squadre agli ordini di Vezzalini si installarono nella sede della federazione. Forse, ma non vedo altra via di uscita. Per meglio capire l'importanza del consenso al regime, negli anni successivi e aurei del Fascismo, non va trascurato il filone gentiliano, che intendeva il fenomeno fascista come compimento del Risorgimento, continuazione di Mazzini e Gioberti, ma anche dell'opera di Garibaldi e di Crispi. Rosa e Cortesi furono i primi caduti bergamaschi della guerra civile; furono i primi agnelli sacrificali di un massacro che terminò nel Giugno del 1945, quando due legionari feriti furono prelevati dal letto d’ospedale, trascinati sanguinanti in riva al lago, uccisi e gettati nelle acque in cui ancora giacciono. Nato nel 1914, fu entusiastico elemento del GUF di Torino, combatté volontario in Spagna e partecipò con onore all'ultima guerra mondiale, quale ufficiale di complemento di artiglieria. Pochissimi civili per le strade, i portoni delle case sbarrati. Poi niente, mi pare. L’uomo, dovendo provvedere a moglie e cognata, viene assunto “per compassione” presso il consorzio ortofrutticolo dove riesce a percepire il minimo necessario per sopravvivere. Il Moikano proseguì con un suo caratteristico duro accento istriano "Dove era lei durante la guerra? Ma il furore e l'odio scatenato dai comunisti avevano ormai incendiato animi e coscienze e, dovunque, il sangue chiamava altro sangue. Alla luce di quanto accadde pochi giorni più tardi, si può senz'altro affermare che quella riunione decise la sorte non solo di Ghisellini, ma anche dei componenti non comunisti del CLN. Forlì, e specie gli abitanti della frazione di San Varano, vissero ore di incubo. Nei giorni immediatamente successivi, il fascismo ferrarese ritrovò i suoi capi nelle persone del prefetto Giovanni Dolfin (divenuto poi segretario particolare di Mussolini) e del console generale della Milizia, più volte decorato al valore, Olao Gaggioli, già federale di Ferrara al 25 luglio 1943 e notissimo a tutti i ferraresi per essere stato uno dei fondatori, nel 1919, del fascismo locale. Per la sua capacità di lavoro e le sue doti organizzative, fu incaricato di dirigere gli organi di stampa socialisti; qui aumenta il suo potere in seno alle organizzazioni operaie e conosce Mussolini che, non dimentichiamolo, fu la grande promessa del socialismo italiano prima di divenire nazional-rivoluzionario. Ed ecco, a conclusione di questo ricordo del filosofo, anche le parole di Carlo Alberto Biggini: "La sua fedeltà egli l'ha consacrata col sangue: alla gloria delle opere ha aggiunto la palma del martirio. Muti, indossa la divisa da Ten. Il film di Blasetti la proiettò rapidamente verso un orizzonte divistico di rilievo, permettendole di mettere in evidenza il suo temperamento grintoso e la sua recitazione asciutta, nervosa, priva di quell'enfasi che caratterizzava altre sue colleghe dell'epoca. I suoi uccisori non furono mai identificati. Enjoy the videos and music you love, upload original content, and share it all with friends, family, and the world on YouTube. A Porta Bologna (probabilmente, vuole dire "Porta Reno", ossia la porta della cinta muraria da cui parte la strada che conduce a Bologna) ad attenderlo con un giornale in mano, per farsi riconoscere, vi era un ex combattente della repubblica spagnola, il toscano Vasco Mattioli. Croce si interessava a un programma di rilettura della cultura italiana dal punto di vista letterario, Gentile invece approfondiva il punto di vista filosofico con lavori molto importanti quali “Le origini della filosofia contemporanea in Italia", "La rinascita dell'idealismo" e "La filosofia". Sul petto gli hanno messo un cartello: "Ex medaglia d'oro". L’unico ambiente che accoglie queste testimonianze è quello del Movimento Sociale Italiano col conseguente isolamento che ne consegue. Il 19 mattina, infatti, otto antifascisti, assolutamente estranei all'uccisione di Resega, pagarono con la vita colpe non loro. Ad eccezione delle crocerossine e delle "vivandiere", impiegate già durante la Grande Guerra, non esistevano precedenti con donne in mezzo ai soldati. I tedeschi avevano, a loro volta, intavolato trattative col CLN, tendenti soltanto ad ottenere il ripiegamento indisturbato dei loro reparti dalla frontiera alpina, e, per ottenere lo scopo, avevano concentrato al Vallino, scalo commerciale della stazione di Porta Nuova, alcuni vagoni carichi di esplosivi con la minaccia di farli saltare qualora i patti non fossero stati conclusi ed osservati. I familiari delle vittime così come i testimoni oculari sono tacciati di essere dei nostalgici del Fascismo e né i giornali né gli autori di storia locale concedono cittadinanza a simili storie. Gli risposi: "No, grazie. Egli aveva accettato il pericoloso posto di federale di Milano solo perché, mi aveva detto, la presenza di Graziani lo aveva rassicurato che il nuovo governo sarebbe stato al servizio della Patria e non della fazione". La voce, a dire il vero, non trovò molto credito. (Gruppi Universitari Fascisti). 1959 – Il 23 Giunio in un tragico incidente aereo in Perù a Lima, Carlo Ettore muore sull’ aereo del’ Avianca HK-135. Squadre di fascisti cominciarono a percorrere le vie della città procedendo all'arresto degli antifascisti più noti, mentre una delegazione partiva per Verona per dare l'annuncio della morte di Ghisellini al Segretario del partito. FERRAROTTI Padre Femando, o.f.m., cappellano militare reduce dalla Russia, ucciso nel giugno 1944 a Champorcher (Aosta) dai partigiani comunisti. Col passare del tempo l'amicizia tra i due si rafforzò fino a diventare cruciale per la formazione e lo sviluppo del pensiero di entrambi, nonché per la carriera accademica di Gentile, dal momento che questi, al contrario di Croce, non aveva a disposizione una base economica tale da esentarlo dall'insegnamento, che peraltro Gentile sentì come una missione. Ma in quel primo, tragico inverno 1943-'44, furono centinaia i fascisti che caddero sotto il piombo delle squadre terroristiche. Raggiunse nello stesso giorno Ferrara. Il macabro veicolo percorse le vie principali, con fermate al crocicchi per fare ammirare alla folla il triste spettacolo. Una strategia spietata e criminale, ribadita e magnificata senza mezzi termini nel commento scritto da R. Sitti al libro di Luigi Sandri dal titolo Ferrara: agosto 1944 (edito dal Centro Studi storici della resistenza ferrarese): "Si giunse così all'eccidio del 15 novembre 1945 del Castello estense compiuto per l'uccisione del fascista Ghisellini. E sono stati gli stessi comunisti, nel 1985, a confessarla: furono loro infatti a uccidere Ghisellini per scatenare la rappresaglia e la guerra civile. Non meno di 220 furono i piloti - ufficiali, sottufficiali e allievi - caduti fra i ranghi dell'ANR nei 20 mesi della RSI. Vi parteciparono i componenti del CLN fatta eccezione per il rappresentante del Partito comunista. -A meta Marzo Ettore va in missione a Lisbona dove incontra l’ amico Edoardo Nostini, Console Generale d’ Italia, per regolarizzare la posizione con Ara e il figlio Carlo Ettore. Rifiutai: non avevo scritto l'articolo per avere dei privilegi. Il fascismo non voleva che si dimenticasse completamente il ruolo della donna di casa. A una fermata del tram l'abbiamo vista, ferma con i nostri due compagni; lei non poteva vedere noi. A studi ultimati e intraprese differenti strade i due si mantennero in contatto. 3 20 [SME - Uff. Dovetti comunque lasciare la mia abitazione e raggiungere il Castello Estense dove si stava decidendo la sorte di tanta gente. La sera del 15, verso le 19, Ghisellini salutò i suoi collaboratori affermando che, il giorno dopo, sarebbe partito per Verona. "La tensione", ci ha raccontato un testimone "aveva raggiunto il suo apice. Ottimi conoscitori di quella tecnica della guerra civile da loro perfezionata in decenni di esperienza in tante parti del mondo, i comunisti non esitarono un solo istante ad applicarne ferocemente i dettami, pur di frantumare la situazione di quasi normalità stabilitasi dopo l'8 settembre nei territori della RSI e che non giovava assolutamente ai loro piani. L'arruolamento è assolutamente volontario, numerosi i requisiti richiesti, particolarmente rigida la disciplina. Ma proprio per questo motivo l'episodio è stato oggetto per interi decenni di una speculazione, alimentata dai comunisti, tendente a deformare la realtà degli avvenimenti e la verità storica. Si trattò di una bomba che esplose nel ristorante "Diana" uccidendo due giovani sposi in viaggio di nozze. Come detto in questa località viveva una famiglia di contadini composta dal padre, Cesare Govoni, dalla madre, Caterina Gamberini e dai loro otto figli: il primogenito. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 18 dic 2019 alle 11:57. stima ed ammirazione; ed entrambi personaggi erano riferimento ed esempio per la popolazione e, quindi, ostacolo per il partito comunista clandestino che doveva trarre vantaggi dal momento di sbando generale. Stelvio Murialdo: “E proprio il primo era un cadavere di donna molto giovane; erano terribili le condizioni in cui l' avevano ridotta, evidentemente avevano infierito in maniera brutale su di lei, senza riuscire a cancellare la sua giovane eta'. Fu subito chiaro che Ghisellini aveva preso a bordo qualcuno lungo la strada tra Ferrara e Casumaro: il suo assassino o i suoi assassini. Ed il "tam tam" preannunciava una uccisione in massa dei soldati che si erano arresi un paio di giorni prima. BOLOGNESI Don Sperindio, parroco di Nismozza (Reggio Emilia), ucciso dai partigiani comunisti il 25 ottobre 1944. Tutti temevano quello che, infatti, sarebbe poi accaduto: e cioè che la scomparsa di Ghisellini avrebbe lasciato campo libero agli estremisti. Ci ingiunsero di scegliere i dieci ostaggi da fucilare. Di quel periodo di formazione, resta la vivida impronta nelle parole di Valerio Longa, un suo compagno d’armi: “E’ un allievo esemplare, camerata e amico puntuale, riservato, misurato, coraggioso”. Anche la formazione militare comandata dal Principe Junio Valerio Borghese, la DECIMA MAS, ebbe a fianco un nutrito drappello di volontarie. Quando però le prime pattuglie tedesche entrarono in Ferrara, trovarono la sede della Federazione fascista, in viale Cavour già riaperta e presidiata da alcune camicie nere. Tutto fu per simulare un attacco estraneo, nessun ferito. Aveva studiato alla “Casa dello studente”, collegio fondato da Angelo Roncalli, futuro Papa, con cui aveva particolari legami dato che Roncalli conosceva anche la sua famiglia. E io promisi. Per informazioni relative ai Caduti e alla documentazione custodita presso gli archivi del Commissariato Generale compilare e firmare il modulo di richiesta notizie, corredato di un documento d’identità in corso di validità, da inoltrare in formato Pdf a: onorcaduti@onorcaduti.difesa.it pec: onorcaduti@postacert.difesa.it. Non è possibile descrivere l'orrendo calvario degli sventurati fratelli. di Frontiera, la cosiddetta “Confinaria". Un'ondata di sgomento e di paura sommerse Ferrara. Fu rubato un autentico tesoro, di cui si perse ogni traccia. L' Università di Padova su proposta del rettore, Concetto Marchesi, e del Consiglio della Facoltà di Lettere e Filosofia, le conferì la laureaad honorem sei anni dopo la morte. LORENZELLI Don Giuseppe, priore di Corvarola di Bagnone (Pontremoli), ucciso dai partigiani il 27 febbraio 1945, dopo essere stato obbligato a scavarsi la fossa. Il 28 Aprile 1945, a Oderzo (Tv) alla presenza del parroco Abate Domenico Visentin”gli ultimi della generazione che non si è arresa” concordano di cessare il fuoco e la deposizione delle armi con il CLN che dà il relativo lasciapassare per il ritorno a casa. L'indagine condotta dalla Magistratura ha potuto aprire solo uno spiraglio sulla spaventosa verità di quelle ore. La ferrea legge dell'omertà instaurata dai comunisti nelle loro bande ha impedito che si potessero conoscere i nomi di quasi tutti coloro, e che furono decine, che quel pomeriggio seviziarono i sette fratelli Govoni.). Elenco espressamente dedicato ai caduti della Repubblica Sociale Italiana. Ricordo che recava a bordo almeno tre uomini in divisa della Guardia Nazionale Repubblicana, nessuno di noi pensò, e nemmeno sospettò, che quei tre, o quattro, "camerati" fossero in realtà dei terroristi comunisti, una categoria che fino a quel momento, nel Ferrarese, non si era mai sentita nominare, e che, nell'automobile, magari nel bagagliaio, ci fosse il cadavere del federale di Ferrara. I fatti del 25 luglio e, poi, dell'8 settembre, producono una scossa fortissima nell'animo di questo prete fascista che stravede per Mussolini e che giudica la sua caduta, e l'armistizio firmato con gli Alleati, il risultato di oscure manovre del re e di un gruppo di uomini politici traditori della causa nazionale. I condannati ignorarono fino all'ultimo momento la sorte che li attendeva. Ma la rappresaglia questa volta, non ci fu. Mon si è mai saputo chi abbia voluto la loro morte. Questa folgorante carriera, che desta ancora maggior stupore se si considera che per l'intera durata della prima guerra mondiale, dal 1915 al 1918, egli lasciò il seminario e venne arruolato nell'esercito (era uno dei gloriosi «ragazzi del '99», gli artefici del miracolo del Piave) ci mostra, di per sé, che doveva trattarsi di una persona tenace e intelligente, altrimenti non avrebbe fatto tanta strada, senza avere appoggi in alto loco. Scarcerato il 12 luglio 1943, dopo l'8 settembre militò nei Gap (Gruppi azione partigiana) fiorentini.