L'architettura della porta ricorda l'arco di Augusto di Rimini ed è uno degli indizi che collocano il soggiorno del pittore nella città romagnola prima di arrivare a Padova. Quindi dopo avere adorato il Signore, entrarono. Per quanto riguarda l’ambientazione, il portale, le mura con le torri e il ponte su cui si svolge l’incontro fanno parte di una composizione di monumenti romani che il pittore, probabilmente, aveva visto a Rimini qualche anno prima. Nell’affresco, Gioacchino si avvicina ai due giovani pastori con sguardo basso e triste, passo lento, quasi rassegnato per l’umiliazione ricevuta nel Tempio. Sembra che essi stiano decidendo le parole giuste per accoglierlo. L’Annuncio della imminente maternità sorprende e rincuora Anna. Molto lodata dalla critica è stata la scelta di disegnare la coppia come una "piramide plastica" dalla grande forza espressiva. La prima racconta dell’apparizione dell’angelo a Gioacchino: «Nello stesso tempo, sui monti ove pasceva le sue greg­ge, apparve a Gioacchino un giovane e gli disse: – Perché non ritorni da tua moglie? Divide i suoi ricavati in tre parti: una parte la dona agli orfani, alle vedove ai pellegrini e ai poveri, una parte la dona ai sacerdoti, per il culto, e una parte la tiene per sé. […] Dopo che ebbe detto questo, il giovane gli rispose: – Io sono un angelo di Dio e oggi sono apparso a tua moglie che piangeva e pregava, e l’ho consolata: sappi che dal tuo seme concepì una figlia e tu, ignorandolo, l’hai lasciata. Il vasto ciclo di affreschi realizzato a Padova nella cappella degli Scrovegni (Storie di Gioacchino, Storie di Maria, Storie di Gesù, Allegorie dei Vizi e delle Virtù, Giudizio Universale), probabilmente terminato nel 1305-1306, viene unanimemente considerato uno dei momenti più alti dell'arte di Giotto. La narrazione comincia in quello che possiamo chiamare il primo registro, cioè la parte alta della parete sud, con le storie di Gioacchino ed Anna, genitori di Maria. Gioacchino è inginocchiato davanti all’angelo con le mani poggiate a terra, in un gesto di. Lo pseudo-Matteo narra che: «[…] si recò dalle sue bestie portando con sé, nei monti, i pastori in terra lontana, di modo che per cinque mesi Anna, sua moglie, non potesse avere sue notizie» (PM 2,1b). Mentre diceva queste cose, le apparve improvvisamente davanti un angelo del Signore, dicendo: – Non temere, Anna, poiché la tua discendenza è nel consiglio di Dio: ciò che infatti nascerà da te, sarà ammirato in tutti i secoli fino alla fine» (PM 2, 2-3). Le Storie di Gioacchino e Anna si ispirano al Protovangelo di san Giacomo e allo Pseudo Matteo (in latino) e al De Nativitate Mariae, che si ritrovano poi anche, rielaborati, nella Leggenda Aurea di Jacopo da Varazze. Giotto dipinge Gioacchino seduto a terra mentre riposa, coperto dal suo bellissimo mantello rosso che lascia visibile solamente il volto. A fianco, una scala conduce ad una sorta di pulpito sorretto da colonne. Queste fonti raccontano di Gioacchino, un pastore della tribù di Giuda, il quale è un uomo timorato di Dio che offre parte dei suoi guadagni ai bisognosi. La scena mostra dunque l'incontro tra i due, che secondo lo Pseudo Matteo (3,5), avvenne davanti alla Porta d'Oro o Porta Aurea (She'ar Harahamim) di Gerusalemme, dopo che entrambi erano stati avvisati da messaggeri divini. Nel primo affresco, Gioacchino è raffigurato a Gerusalemme. Il fumo prodotto dall’agnello, di cui ormai si vedono solo le ossa, sale verso l’alto. La posa del pastore è innovativa: guardando il corpo dal basso verso l’alto notiamo che egli poggia i piedi, coperti da calzari, su una roccia; salendo però, il suo corpo tende a torcersi leggermente fino a mettersi con il volto quasi di profilo. Gioacchino si volta guardando negli occhi l’anziano sacerdote, con l’espressione del viso corrucciata ed amareggiata. Gioiello dell’arte pittorica del 1300. Il brano non dice molto, ma Giotto realizza graficamente ed in maniera poetica quello che il testo lascia solo immaginare. Foto Scala, Firenze Annuncio a … Da sinistra proviene infatti Gioacchino, seguito da un pastore, e da destra Anna, seguita da un gruppo di donne diversificate per classe sociale, studiate accuratamente nelle acconciature e negli abiti. Celebre è la naturalezza della scena, col pastore che incede per metà tagliato fuori dalla scena (a sottintendere uno spazio più grande di quello dipinto), o col bacio e l'abbraccio reciproco della coppia, sicuramente il più realistico dipinto fino ad allora e che rimarrà tale per quasi due secoli. Per dipingere queste scene Giotto attinge a varie fonti come il vangelo apocrifo dello pseudo-Matteo (PM), il protovangelo di Giacomo (PG), il De Nativitate Mariae, la Legenda Aurea di Jacopo da Varazze. Cappella degli Scrovegni, a Padova. L’arredamento della camera è semplice: in essa si trovano oggetti di uso quotidiano e vengono verosimilmente rispecchiate le proporzioni volumetriche. I due sguardi si incrociano: quello dell’angelo pronto al dialogo, quello di Gioacchino predisposto all’ascolto. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 25 ott 2019 alle 16:27. A fianco, una scala conduce ad una sorta di pulpito sorretto da colonne. Il mantello rosso, che si poggia sulle spalle ricurve, ricopre anche le mani, quasi a voler ricordare l’indegno sacrificio offerto nella scena precedente. Intanto il Protovangelo di san Giacomo, lo Pseudo Matteo, il De Nativitate Mariae e la Legenda Aurea di Jacopo da Varagine che riprende alcune parti delle tre fonti. Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Giotto ancora una volta riproduce la storia cristiana con nuovi canoni prospettici. Le braccia incrociate sul ventre danno ancora più l’idea di chiusura in sé stesso. Io quin­di, dopo che mi fu rinfacciato, mi allontanai dal Tempio del Signore con ignominia. Il coronamento del ciclo è il grandioso Giudizio Universale. Descrizione. Dei genitori di Maria conosciamo i nomi dal Protovangelo di Giacomo. I francobolli, uniti in blocco, riproducono: Cacciata di Gioacchino dal Tempio ©2016. L’irruenza del sacerdote si scorge dal modo con cui manda via il santo genitore di Maria: mentre con la mano sinistra, appoggiata sulla spalla, lo spinge, con la mano destra lo strattona prendendo nel pugno la veste in un gesto umiliante. I sacerdoti portano sul capo i, La scena si svolge sempre tra le deserte montagne di prima, con un gruppo di pecorelle che assistono alla vicenda. Guardando attentamente sopra l’altare, si scorge una figura di un angelo che, insieme al fumo, ascende al cielo. Giotto dipinge, su uno sperone di roccia, un altare per gli olocausti con del fuoco acceso che sta consumando i resti dell’offerta. La rappresentazione delle Virtù e dei Vizi di Giotto si inserisce all’interno del racconto della Storia della Salvezza, tema cui è dedicata la raffigurazione sulle pareti, attraverso il racconto delle Storie di Gioacchino ed Anna, della Storia di Maria e della Storia di Gesù. Ecco che sono già due mesi che non vedo mio marito. Nel terzo dipinto il pittore rappresenta la moglie di Gioacchino, Anna: «Essa piangendo nella sua preghiera, diceva: – Signore, Dio santissimo di Israele, già non mi hai dato figli, e perché mi hai tolto il marito? Le Storie di Gioacchino e Anna si ispirano al Protovangelo di san Giacomo e allo Pseudo Matteo (in latino) e al De Nativitate Mariae, che si ritrovano poi anche, rielaborati, nella Leggenda Aurea di … Gioacchino significa: Dio rende forti. All’età di vent’anni sposa Anna, sempre della tribù di Giuda, ma dopo vent’anni di matrimonio non riescono ad avere figli. Perciò non mi devi pregare di entrare nella tua tenda; se hai intenzione di darmi qualcosa, offrila in olocausto al Signore. L’incontro di Gioacchino ed Anna alla Porta Aurea. Da un colpo di mano a tutto quanto era stato fatto fino ad allora, e anche nell’Incontro di Giocacchino e Anna alla porta aurea si rimane stupefatti dalla sua capacità di creare il nuovo rimanendo comunque in un ambito assolutamente sacro e sacrale. – Svelta essa gli corse incontro con le sue ragazze e, supplicando il Signore, restò in lunga attesa presso la porta. Le pareti, interamente ricoperte di affreschi, raccontano le storie di Anna e Gioacchino, della Vergine Maria e di Cristo, delle Allegorie dei Vizi e delle Virtù, e del Giudizio Universale. – Pieno di vergogna davanti al popolo si allontanò piangendo dal Tempio del Signore e non ritornò a casa» (PM 2,1a) . Con l’agnellino ancora in mano si accinge a lasciare quel luogo[3]. L’ancella, posta all’esterno nel sottoscala, continua a filare ignara di quello che sta succedendo dentro. Saputo in sogno Gioacchino della stato di Anna, ritorna a Gerusalemme e sulla porta come annunciato dal sogno incontra Anna e le ancelle. Nel giorno del Signore egli porta un agnello nel Tempio come sacrificio offerto a Dio. Storie di Gioacchino e Anna. Nell’Annunciazione a Sant’Anna è rappresentata una stanza, dove la sterile moglie di Gioacchino, in ginocchio, riceve il messaggio della prossima maternità da un angelo che entra a forza dalla finestrella. L’angelo, dritto davanti a lui, lo interroga e gli annuncia la nascita di una figlia. Il pastore sta fissando proprio questo particolare: l’offerta di Gioacchino sale a Dio che benedice e accetta l’offerta con la sua mano divina visibile nel cielo. Qualche studioso accosta la figura di questo personaggio ad una vedova, qualche altro alla rappresentazione simbolica della sinagoga, incapace di vedere in quel gesto i primordi dell’avvento cristiano. A questa notizia, grande fu la gioia in tutti i suoi vicini e amici, al punto che tutta la terra d’Israele si rallegrò di questa notizia»(PM 3, 5). Annunciazione a Sant’Annaè un affresco appartenente al ciclo delle Storie di Gioacchino e Anna. Dentro il Tempio un sacerdote benedice un giovane, mentre fuori, sul gradino, il sacerdote Ruben, vestito di verde, spinge in malo modo Gioacchino fuori dal luogo sacro. Il tenero incontro avviene tra gli sguardi del pastore e delle 5 donne a destra, simili nelle fisionomie tranne la misteriosa velata, sicuramente di Giotto, che rimanda ai tempi moderni della pittura. Questo modo di affacciarsi dell’angelo ricorda le sacre rappresentazioni che si svolgevano il 25 marzo nei pressi dell’Arena degli Scrovegni. L’assenza di un muro rende visibile la scena che si svolge all’interno. Gioacchino cacciato dal tempio, Gioacchino tra i pastori, Sacrificio di Gioacchino, Sogno di Gioacchino, Annunciazione a Sant’Anna e Incontro alla Porta Aurea. Quando per la prolungata attesa stava venendo meno, alzando gli occhi vide Gioacchino che, lontano, veniva con le bestie. O felice coppia, Gioacchino ed Anna! La porta è sinonimo allora di apertura di un nuovo tempo della Salvezza che sta per arrivare. Non so se è morto; se lo sapessi morto gli darei la sepoltura. Il pastore fissa lo sguardo a mezz’altezza, verso la seconda parte della narrazione, che si apre quando l’angelo ordina a Gioacchino di offrire il sacrificio. Il quinto affresco di questa prima parte del ciclo raffigura Gioacchino che riceve in sogno la visione dell’angelo, il quale lo invita ad andare da Anna. Nell’immagine interattiva analizzeremo quest’ultima opera di Giotto, la Natività di Maria, che si trova nella Cappella degli Scrovegni, di cui Giotto, Storie di san Francesco, La cacciata dei diavoli da Arezzo ... Resta invece intatto il ciclo di affreschi con Storie di Anna e Gioacchino, di Maria, di Gesù, Allegorie dei Vizi e delle Virtù e Il Giudizio Universale della Cappella di Enrico Scrovegni dipinta tra il 1303 e il 1305. La filatelica Passione di Gesù, narra la sofferenza e l’agonia, che hanno portato il … A voi é debitrice ogni creatura, perché per voi la creatura ha offerto al Creatore il dono più gradito, ossia quella casta madre, che sola era degna del creatore. Dall’architettura da cui esce Anna si affacciano quattro donne ricoperte da abiti colorati; sono probabilmente le ancelle di Anna, una della quali tiene in mano il mantello di vaio della sua padrona. Sotto il ciborio è posto un altare sopra cui è poggiata l’Arca dell’Alleanza. – L’angelo gli rispose: – Non ti avrei invitato ad of­frire, se non avessi conosciuto la volontà del Signore. Nel frattempo Anna, convinta di essere rimasta vedova, aveva avuto un miracoloso annuncio da un angelo che le aveva rivelato che presto avrebbe avuto un bambino. La figura dell’angelo non è intera: essa, dalla vita in giù, è sfumata in una nuvoletta come a significare che esso appartiene ad un altro mondo. Sullo sfondo di un paesaggio roccioso spunta, come per miracolo, della vegetazione. di Antonio Gaito Le notizie sulla giovinezza e la formazione di Giotto sono molto poche, sappiamo che nacque (come vuole la tradizione più diffusa) da una famiglia di contadini (altri affermano da un lanaiolo) di Colle di Vespignano non lontano da Firenze, nell'anno 1267 circa (anche se il … Gli corse incontro, si appese al suo collo rendendo grazie a Dio e dicendo: ero vedova ed ecco non lo sono più; ero sterile ed ecco ho già con­cepito. Modelli iconografici furono poi manoscritti miniati di origine bizantina, magari attraverso le derivazioni occidentali, anche se l'artista rinnovò profondamente tali modelli applicando la sua sensibilità moderna, in linea con i principi degli ordini mendicanti. Tra le pecore che escono fuori da una capanna, spicca un vivace cagnolino che corre incontro a Gioacchino. Giotto dipinge infatti le ali in maniera molto realistica: formate da grandi piume colorate, sembrano prese in prestito da un grosso uccello. A sinistra vi è un pastore, con un cappello legato al collo e le mani giunte; egli sosta dritto, dietro l’anziano. Partiamo da lui, per descrivere la meravigliosa “vicenda” di Anna e Gioacchino. Le Storie di Gioacchino e Anna si ispirano al Protovangelo di san Giacomo e allo Pseudo Matteo (in latino) e al De Nativitate Mariae, che si ritrovano poi anche, rielaborati, nella Leggenda Aurea di … Il quarto dipinto rappresenta due scene in una. Altri ancora rimandano alle controverse riflessioni teologiche presenti all’epoca sul tema dell’immacolata concezione di Maria. Foto Scala, Firenze Gioacchino fra i pastori ©2016. La porta è un’invenzione letterale dello scrittore apocrifo per simboleggiare un importante avvenimento: il concepimento miracoloso di Maria. Per quanto riguarda l’iconografia, invece, si ritrovano alcuni elementi già presenti in manoscritti bizantini. Non ci sono riferimenti storici di una cosiddetta «Porta Aurea» a Gerusalemme. L’ultimo riquadro della Storia Sacra è la Pentecoste. Dietro Gioacchino, un pastore con una cesta in mano e un bastone sulla spalla, partecipa alla scena. Gioacchino corre incontro ad Anna; i due si abbracciano teneramente e, accostando le loro labbra, danno luogo ad un dolce bacio che, secondo la tradizione, rappresenta il momento del concepimento di Maria. Tra il 1303 e il 1305 Giotto lavorò a Padova agli affreschi della Cappella degli Scrovegni creando uno dei capolavori artistici del Trecento. La prima scena dipinta dal pittore racconta che: «Nei giorni di festa tra coloro che offrivano incenso al Signore si trovava pure Gioacchino preparando le sue offerte alla presenza del Signore. Nel giorno del Signore egli porta un agnello nel Tempio come sacrificio offerto a Dio. – L’angelo gli rispose: – Non dirti, servo, ma conservo: siamo infatti servi di uno stesso Signore. Giotto si ispirò a diverse fonti letterarie per raccontare i vari episodi della vicenda. L’emissione avrà luogo, nel proseguo della tematica, dedicata ai Cicli pittorici, che ha preso l’avvio con la raffigurazione degli affreschi di Giotto, Cappella degli Scrovegni, Padova, iniziando con le Storie di Gioacchino e Anna. I sacerdoti portano sul capo i Tefillin, custodie che contengono passi della Torah. Quello che Giotto (Giotto di Bondone, Vicchio 1267 – Firenze 1337) ci racconta con il suo pennello è uno dei baci d’amore più straordinari mai realizzati prima. Prevalgono le tinte pastello e molto curati sono i dettagli, soprattutto nel gruppo delle ricche donne. La luce ha un ruolo chiave nella composizione, definendo il volume delle figure e anche la profondità spaziale, come mostrano i pilastri posteriori delle altane nelle torri, dipinti in ombra. Se da un lato questa modalità avvicina la figura dell’angelo alla soprannaturalità, un altro particolare lo rende invece più concreto. Dentro il Tempio un sacerdote benedice un giovane, mentre fuori, sul gradino, il sacerdote Ruben, vestito di verde, spinge in malo modo Gioacchino fuori dal luogo sacro. La narrazione comincia in quello che possiamo chiamare il primo registro, cioè la parte alta della parete sud, con le storie di Gioacchino ed Anna, genitori di Maria. Transetto destro della basilica inferiore di Assisi, Ritrovamento della coppa nel sacco di Beniamino, Bonifacio VIII indice il giubileo del 1300, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Incontro_alla_Porta_d%27Oro_(Giotto)&oldid=108469684, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Giotto, e il suo catechismo per immagini. «Dopo che da trenta giorni erano nel cammino di ritorno e ormai vicini, l’angelo del Signore apparve ad Anna mentre stava ritta in preghiera, e le disse: – Va’ alla cosiddetta Porta aurea, fatti incontro a tuo marito: oggi infatti verrà da te. Santa Anna e Gioacchino sono i genitori di Maria.Il loro culto iniziò molto tardi rispetto agli altri, verso l’anno 1000. Nella "Cacciata di Gioacchino" vediamo la rappresentazione del primo episodio della vicenda che riguarda il padre della Vergine Maria, nonno di Gesù, prima del momento in cui ricevette, insieme alla moglie Anna, l'annuncio che avrebbero finalmente, e in tarda età, ricevuto da Dio la benedizione di un figlio. Ma il mio cibo è invisibile e la mia bevanda non può essere vista da alcun mortale. Forse questi alberelli che fanno apparire fertile una sterile roccia ed il cagnolino scodinzolante vogliono anticipare una lieta notizia che sarà rivelata in seguito? Il sesto affresco, ultimo del primo registro della parete sud, racconta dell’incontro tra Gioacchino ed Anna alla Porta Aurea di Gerusalemme. Per dipingere queste scene Giotto attinge a varie fonti come il vangelo apocrifo dello pseudo-Matteo (PM), il protovangelo di Giacomo (PG), il De Nativitate Mariae, la Legenda Aurea di Jacopo da … Descrizione Del Dipinto Incontro Di Gioacchino E Anna Alla Porta Aurea Di Giotto La narrazione comincia in quello che possiamo chiamare il primo registro, cioè la parte alta della parete sud, con le storie di Gioacchino ed Anna, genitori di Maria. Emblematica è la figura vestita di nero, colore raro in Giotto, che si copre metà del volto col mantello: forse un'allusione allo stato di vedovanza tenuto fino ad allora da Anna. Giotto – Il ciclo di Anna e Gioacchino nella Cappella Scrovegni – I Simboli nell’Arte A Padova, nel primo registro della Cappella degli Scrovegni, affrescata da Giotto, troviamo il ciclo dedicato a Gioacchino e Anna, genitori della Vergine, articolato in sei affreschi: Sotto il ciborio è posto un altare sopra cui è poggiata l’Arca dell’Alleanza. «Mentre Gioacchino discuteva in cuor suo se ritornare o no, fu preso da un sopore e gli apparve in sogno l’angelo, che già gli era apparso quand’era sveglio, dicendo: – Io sono l’angelo datoti da Dio per custode: discendi sicuro e ritorna da Anna, poiché le opere di misericordia che avete fatto tu e tua moglie Anna sono state riferite al cospetto dell’Altissimo: Dio darà a voi un frutto tale, quale fin dall’inizio non ebbero mai i profeti né mai avrà alcun santo» (PM 3, 4). L'Incontro di Anna e Gioacchino alla Porta d'Oro è un affresco (200x185 cm) di Giotto, databile al 1303-1305 circa e facente parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova. I due consorti vanno incontro l'uno all'altro e, subito fuori dalla porta, su un ponticello, si scambiano un affettuoso bacio, che allude alla procreazione (senza macchia): infatti Anna rimase subito dopo incinta. L’anziano uomo riposa davanti alla capanna delle pecore e l’ambientazione è sempre la montagna rocciosa con poca vegetazione. Gioacchino è inginocchiato davanti all’angelo con le mani poggiate a terra, in un gesto di proskinesis. Queste fonti raccontano di Gioacchino, un pastore della tribù di Giuda, il quale è un uomo timorato di Dio che offre parte dei suoi guadagni ai bisognosi. I… affreschi di Giotto senza considerare che alcuni di questi, come appunto le storie di Anna e Gioacchino, non appartengono al Nuovo Testamento ma alle storie contenute nei testi apocrifi di cui sopra. Rallégrati Anna, «sterile che non hai partorito, prorompi in grida di giubilo e di gioia, tu che non hai provato i … Anna è un palindromo sinonimo di grazia. La scena si svolge sempre tra le deserte montagne di prima, con un gruppo di pecorelle che assistono alla vicenda. Nella seconda scena Giotto dipinge Gioacchino che si avvia tra i monti con il suo bestiame e con dei pastori, probabilmente dei suoi subalterni. Il Signore benedice il suo lavoro non facendogli mancare nulla. È l'ultimo delle Storie di Gioacchino e Anna nel registro più alto della parete destra, guardando verso l'altare. Bilanciato con sapienza è il rapporto tra figure e architettura, che non è un semplice sfondo, ma il vero palcoscenico dell'azione, abitato dai personaggi. Nel frattempo anche Gioacchino aveva sognato un angelo, che lo confortava come Dio avesse ascoltato le sue preghiere e dovesse tornare a casa dalla moglie. Questa dicotomia di stati d’animo tra l’uomo triste ed il cagnolino festoso, rende la scena ancora più espressiva. Con il volto segnato dalle rughe, Anna è inginocchiata con le mani giunte e lo sguardo fisso verso l’angelo che, con il braccio rivolto verso lei, si affaccia dalla stretta finestra della camera per annunciarle la futura maternità. La seconda scena rappresenta il sacrificio che l’angelo gli ordina di fare: «Adorando l’angelo, Gioacchino gli disse: – Se ho tro­vato grazia davanti a te, siediti un po’ nella mia tenda e bene­dici il tuo servo. Dopo essere stato cacciato dal Tempio di Gerusalemme per essere ritenuto sterile (e quindi non benedetto da Dio), Gioacchino si rifugiò in ritiro presso i pastori delle montagne. Questa starà nel Tempio di Dio, su di lei riposerà lo Spirito santo, e la sua beatitudine sarà superiore a quella di tutte le donne sante, sicché nessuno potrà dire che prima di lei ce ne sia stata un’altra ugua­le: né, in questo mondo, dopo di lei ce ne sarà un’altra. – […] Signore Dio onnipo­tente che hai dato figli a ogni creatura, alle bestie e ai giumenti, ai serpenti, agli uccelli e ai pesci, e tutti gioiscono dei loro figli, solo me hai escluso dal dono della tua benignità. Giotto dipinge in maniera originale e simbolica il Tempio di Gerusalemme attraverso la rappresentazioni di elementi che venivano usati per realizzare alcuni presbiteri del 1200: una struttura alzata da un gradino e contornata da un parapetto, con al centro un ciborio sorretto da quattro colonne tortili. Le storie di Gioacchino ed Anna, genitori di Maria. Giotto dipinge in maniera originale e simbolica il Tempio di Gerusalemme attraverso la rappresentazioni di elementi che venivano usati per realizzare alcuni presbiteri del 1200: una struttura alzata da un gradino e contornata da un parapetto, con al centro un ciborio sorretto da quattro colonne tortili. Per dipingere queste scene Giotto attinge a varie fonti come il vangelo apocrifo dello pseudo-Matteo (PM), il protovangelo di Giacomo (PG), il, Nel primo affresco, Gioacchino è raffigurato a Gerusalemme. Da notare infatti, nel timpano, la figura del Salvatore nel clipeo, sorretto da due angeli. Tra queste emerge una quinta donna velata di nero, l’unica che, coprendosi il viso, non guarda la coppia di anziani coniugi. Storie di Gesù: La passione di Gesù Nel proseguo della tematica dedicata ai cicli pittorici che ha preso l’avvio con la raffigurazione degli affreschi di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova, iniziando con le Storie di Gioacchino e Anna, l’emissione filatelica presenta episodi della Passione di Gesù, che narrano la sofferenza e l’agonia che hanno portato il Cristo alla crocifissione. – Rispose Gioacchino: – L’ho avuta per vent’anni e Dio non mi volle concedere figli da lei. – Gioacchino prese allora un agnello immacolato e disse all’angelo: – Non avrei osato offrire un olocausto al Si­gnore se il tuo ordine non mi avesse dato il potere sacerdotale per offrirlo. Le storie di Gioacchino ed Anna, genitori di Maria. Giotto dipinge Anna all’interno di una stanza la cui architettura richiama elementi classici. Sono presenti alla scena i due soliti pastori con le pecorelle e il cane che, in un affresco precedente, correva incontro Gioacchino. Tu, Dio, co­nosci infatti il mio cuore e come all’inizio del mio matrimonio confesso di avere fatto voto che, qualora tu, Dio, mi avessi dato un figlio o una figlia, te li avrei offerti nel tuo Tempio santo. Avvicinatosi a lui un sacerdote di nome Ruben, disse: – Non ti è lecito restare tra quelli che offrono sacrifici a Dio, poiché Dio non ti ha benedetto dandoti una discendenza in Israele. Prosegue con le storie di Gioacchino ed Anna, gli episodi della vita di Maria, con le scene dell’Annunciazione e della Visitazione, cui seguono racconti della vita di Gesù. Nel terzo dipinto il pittore rappresenta la moglie di Gioacchino, Anna: «Essa piangendo nella sua preghiera, diceva: – Signore, Dio santissimo di Israele, già non mi hai dato figli, e perché mi hai tolto il marito? L'affresco più famoso che li riguardi è di Giotto nella Cappella degli Scrovegni, completato nei primissimi anni del Milletrecento, l'incontro alla Porta Aurea dopo il ritiro nel deserto di Gioacchino Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice. Da qui comincia il racconto di Giotto. Giotto, e la sua arte pittorica. I due pastori si scambiano degli sguardi come ad interrogarsi sullo stato d’animo dell’anziano uomo. Sant’Anna è la madre di Maria, il suo nome deriva da Hannah, che significa in ebraico Grazia.Invece il nome del padre di Maria si può tradurre con “Dio ci rende forti”. Discen­di perciò dai monti, ritorna dalla tua sposa e la troverai in stato interessante» (PM 3, 1-2). – Ora, mentre Gioacchino offriva il sacrificio a Dio, l’angelo e il pro­fumo del sacrificio salirono con il fumo in cielo» (PM 3, 3). Nell’azzurro del cielo Giotto dipinge un angelo in volo che si rivolge verso Gioacchino con il braccio proteso in avanti.